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24 luglio, 2011

I giardini di Mario



I giardini di Mario - così chiamo da sempre i vivai di Torsanlorenzo - sono per me un grande catalogo vivente... mi hanno appena chiesto di progettare un giardino con dei bei tronchi, così, alla ricerca di olivi contorti, di vecchi melograni, di lagerstroemie maculate, di limoni e fichi mi sono incamminata tra serre e filari ordinati.
Quando scelgo le piante porto sempre il progetto con me e, dato che - come si dice - la fame vien mangiando, girando e vedendo, capita di cambiare alcune idee e, facilmente una pianta ne sostituisce un'altra, un cespuglio viene messo dove non c'era e le erbacee perenni diventano dei tappeti e, Nunzio con molta pazienza asseconda la mia fantasia.
Di solito mi domandano quali sono le mie piante favorite... ma forse non ne ho. Mi piacciono i paesaggi e quello che di volta in volta contengono: le faggete con le foglie cadute a terra in autunno, le scarpate di ginestre in primavera, l'iris Mariae a Nazareth, i cedri sull'Atlante.I ricordi dei viaggi tornano spesso nei miei giardini, ma un giardino è un'altra cosa, è un paesaggio ma è soprattutto un quadro e le piante sono i suoi colori e le sue forme: penso spesso che se dovessi fare il mio giardino non saprei da dove iniziare e dato che anche il progettare cambia assecondando nuove idee e stati d'animo forse di fatto inizierei da questi ultimi.
Sul mio terrazzo ho dei bambù, Phyllostachys flexuosa in grandi vasi di ferro che facilitano la crescita. Sono alti quasi tre metri: si muovono col vento, sgocciolano con la pioggia ed il loro fruscio tiene compagnia nelle serate estive. Tutto quello che d'altro vi nasce viene lasciato: semi portati dal vento, piccole edere, margheritine gialle e Jerry d'estate semina il suo orto... così si aggiungono zucche e peperoncini importati dalle Filippine che, dopo queste lunghe piogge, sono rigogliosissimi. Ma, se il mio terrazzo è minimalista, nei giardini le piante che uso sono tra le più svariate, anzi mi diverto di volta in volta a cambiare, non solo il tipo di vegetazione ma soprattutto i modi di abbinarla.

L' agapanto, una liliacea proveniente dal sud Africa, con le sue foglie verde chiaro è una pianta estremamente facile. La sua fioritura avviene nella prima estate e continua, sporadica, anche quando la natura, affaticata dal caldo, si riposa. Quello gigante ha bisogno di spazio, le due varietà nane invece, Peter Pan e Tinkerbell sono adatte a tappezzare gli angoli più remoti, crescono anche a mezz'ombra e non protestano. Lo uso al mare, il suo colore azzurro va d'accordo col cielo mediterraneo... la sua principale qualità è che quando fiorisce basta a se stesso: in gruppo copre la terra senza dar spazio alle infestanti, in fila è una piacevole siepe, nei vasi vive insieme ad altre piante, allungando il suo stelo in cerca di luce.
Quando avevo dieci anni, girando per la Sicilia con i miei genitori, finimmo per visitare l'orecchio di Dioniso a Siracusa. La cosa che mi colpì di più fu l'agrumeto... con questa immagine negli occhi mi capitò di progettare un giardino in una piccola cava. Decisi di piantarvi dei limoni a spalliera tutt'intorno con due grandi esemplari al centro che si guardano. Sono tutti limoni Quattro Stagioni una varietà che, come dice il nome porta sempre qualche frutto, chiamata anche Lunario, perchè fiorisce ad ogni luna nuova. Stanno bene insieme ai fiori gialli della piccola Crocosmia Stella d'Oro generosa di bocci anche d'inverno, se è mite. Il profumo dei fiori, l'aria tiepida e la vista in lontananza fanno di questo luogo una piccola stanza perfetta in cui volentieri ci si siede all'ombra e sulla morbida gramigna. Ho sistemato dei limoni anche all'interno nella camera da pranzo di un albergo o in case private e devo dire che non sono poi così difficili. L'unica cosa è la luce, se manca si ammalano. Per il resto hanno bisogno solo di una boccata d'aria ogni tanto e di poche cure.

Testo: Isabella Casali di Monticelli - Architetto paesaggista.

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