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15 novembre, 2010

Camelia: Nata per piacere.





Così come l'alba è il messaggero del mattino e il sole non raggiunge ancora la sua gloria più elevata, le camelie si innalzano su di noi lentamente in bellezza... non possiamo fare a meno di notare con ammirazione la diversità e l'eleganza di questa famiglia di piante bellissime, che la mano saggia e infinita di Dio sembra aver creato per il piacere dell'uomo...",
così viene descritta la camelia nella prima monografia pubblicata sull'argomento. A tanta bellezza si riteneva, nel secolo scorso, non fosse unito il profumo, che nell'opinione di molti dovrebbe essere proprio di ogni fiore. Secondo una leggenda inventata da Robert Carnelissen di Sand, fu Venere a punire la camelia togliendole il profumo per non aver ferito Cupido, colpevole di una disobbedienza.


Questa e altre leggende sono però smentite dalla perfetta armonia della natura, che ha dotato la Camellia oleifera e la Camellia sasanqua di un leggero e raffinato profumo scoperto in Occidente solo molto tempo dopo e ancora poco conosciuto. 1 fiori secchi di Camellia sasanqua, e quelli di Camellia oleifera e di gelsomino vengono tuttora usati dai cinesi per profumare il tè. La Camellia sasanqua veniva anche usata come siepe ai confini dei campi di Camellia sinensis (la pianta del tè) perché i cinesi pensavano che la fragranza dei suoi fiori si sarebbe comunicata al tè.
Le origini della camelia, piuttosto discusse, si fanno risalire secondo la recente revisione di Chang Huang Ta ad un'area che comprende il Giappone, sfiora la Corea e si estende nella Cina sud-orientale e nelle zone limitrofe dell'Indocina, tra i venti e i trenta gradi di latitudine Nord. La rosa della Cina o rosa del Giappone raggiunse fama in Europa molto prima di esservi introdotta. Fu infatti descritta dal botanico Petiver come Thea sinensis nella sua Philosophical transaction del 1702-1703, da Kaempfer nel 1691 nelle sue Amoenitates exo-
ticae e nella sua Storia del Giappone. I primi due esemplari di camelia furono introdotti da lord Petre nel 1739 nel giardino di Thornton Hall nell'Essex.

Carl von Linné  (1707-1778)
Il genere Camellia venne istituito da Linneo in Systema Naturae nel 1735 e confermato successivamente in Species plantarum nel 1753, dove il termine giapponese "Tsubakki"
usato da Kaempfer di venne Camellia japonica. Il nome venne scelto da Linneo in onore di un celebre botanico, il padre gesuita Georg Joseph Kamel (o Camellus), che non visitò mai la Cina e il Giappone nè probabilmente vide mai una camelia, poichè il suo lavoro era relativo alla flora delle Filippine dove queste piante non crescevano. Nel 1760 fiorì la prima camelia piantata in Italia. Si tratta di una sasanqua, tuttora vivente e probabilmente la più vecchia in Europa, offerta da lord Nelson a lady Hamilton per il giardino reale di Caserta. Numerose furono le specie introdotte nei nostri giardini all'inizio del XIX secolo; nel 1819 in Inghilterra si coltivavano già 25 specie.
È del 1819 la prima A Monograph of the Genus Camellia di Curtis, e importanti furono gli studi sistematici di Lorenzo Berlese con la sua Monographie du Genre Camellia pubblicata nel 1838. Una recente revisione è di J.R. Sealy (A revision of Genus Camellia, R.H.S., London 1958) che ha lasciato alcuni problemi aperti su specie poco definite, quali Camellia hiemalis e Camellia vernalis. La più recente e completa trattazione, che comprende anche studi sistematici sulla flora cinese e la specie recentemente scoperta, la Camellia chrysantha, è quella di Chang Huang Ta (Taxonomy of Genus Camellia, Sun Yatsen University, 1981).
Le camelie raggiunsero la massima popolarità nella seconda metà dell'Ottocento, quando si narrava che adornavano gli abiti da sera delle dame, mantenendo il loro splendore solo fino all'ultimo ballo. Verso la fine del XIX secolo la moda della camelia subì un declino forse a causa dell'uso troppo mondano e dell'eccessivo formalismo delle varietà allora presenti sul mercato.


La Camelia Sasanqua "Tumberg" ha un portamento più leggero, rami più sottili, foglie più piccole e lanceolate, fiori più piccoli con petali leggermente crespati rispetto alla più nota japonica. I fiori spesso
semplici, più raramente doppi, sono bianchi, bianchi con bordi rosati, rosa di varie tonalità e rossi. Numerosi sono i suoi pregi, la leggerezza del suo portamento, la fioritura autunnale e invernale e il leggero profumo dei fiori e delle foglie.Per il minore formalismo può inserirsi in modo armonico nei giardini di campagna come siepe non potata, informale, o come singolo esemplare ad arricchire con il colore dei suoi fiori le quinte di altre essenze sempreverdi. Il suo leggero profumo proveniente dai luoghi più occulti del lontano Oriente può entrare a far parte del raffinato e fantastico giardino dei profumi con altre essenze profumate e
dal prezioso fogliame, quali lauro, Osmanthus, Olea, Osmarea. Può inoltre profumare l'aria e dar colore ai lunghi e grigi mesi invernali con il calicanto, l'Hamamelis e alcune lonicere.
Moltissime sono le varietà appartenenti a questa specie, le più antiche sono la semipiena, con fiore semidoppio bianco; la anemoniflora a fiori grandi, doppi con petali esterni bianchi e interni più piccoli, gialli. La Camellia sasanqua con tutte le sue varietà può dare fiori al nostro giardino da Ottobre fino a Marzo.


Testo di: Giusi Rabotti







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