Related Posts with Thumbnails

07 giugno, 2010

Bello e gloorioso: l' ulivo non merita la deportazione




L' ulivo (Olea europaea), conosciuto da 7000 anni, è l' albero da frutto più coltivato al mondo. La sua domesticazione - piante nate da seme tornano alla forma selvatica, spinosa e improduttiva - è legata alla storia dei popoli del Mediterraneo e il Mar Caspio. Oltre alle olive e all' olio, fornisce legno pregiato.
Già 5000 anni fa, la civiltà Minoica trasse ricchezza dalla sua coltura commerciale. Con le sue fronde venivano intrecciati serti offerti a dei ed eroi. Ha radici poco profonde, resiste alla siccità, in terreni poveri e all' incuria, vegeta in qualsiasi suolo ben drenato, purché al sole. Resiste anche al salso. Anzi, nell' antichità si riteneva vivesse solo presso il mare: Teofrasto, filosofo e botanico greco del III secolo a.C., dice che oltre i 300 stadia (55,6 km) dalla costa non può esser coltivato. L' olivo è capace di rigenerarsi dalle radici quando la parte aerea è distrutta dal fuoco o da temperature inferiori a nove gradi sottozero ed è longevo. Con i secoli il suo tronco diventa nodoso, contorto, cavo, donando al piccolo albero argenteo un aspetto maestoso. L' ulivo sacro ad Atena sull' Acropoli venne descritto già da Teofrasto. Pausania lo vide intorno al 170 a.C. e racconta che quando venne distrutto dal rogo dei Persiani, lo stesso giorno che il fuoco s' estinse, dalle radici crebbero polloni alti due cubiti. È possibile che quest' albero risalga all' età del bronzo. Molti ulivi nel giardino dei Getsemani han più di 2000 anni, altri qui in Italia risalgono al periodo Romano. Non solo bello e generoso, ma simbolo d' abbondanza, saggezza, gloria, pace e purezza: non stupisce sia tanto ammirato. Eppure, paradossalmente, queste qualità gli valgono oggi una fine ingloriosa. Estirpato, le branche centenarie mozzate, spedito altrove. Venduto per decorare giardini anche al di fuori del suo areale, col duplice risultato di distruggere il paesaggio culturale d' origine e creare incongrue composizioni con esseri deturpati, ombra tragica dell' albero che fu. Anche cardellini accecati da uno spillone vivono a lungo e cantano tutto il giorno; pure la sola idea oggi ci turba, ed è illegale. Cosa ci autorizza ad abusare degli ulivi? Rispettiamoli. In pochi anni godremo dei frutti dell' alberello che piantiamo oggi; il suo tronco contorto verrà ammirato tra qualche generazione.
Contesso Carlo

0 commenti:

Posta un commento