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21 aprile, 2010

Bellezza mediterranea





Se non fosse selvaggia e naturale e se fosse quindi coltivata e cresciuta, la macchia mediterranea sarebbe un vero, grande e bellissimo giardino. Sarebbe uno dei più affascinanti.Le varietà eleganti delle sue piante, dall'albero di Giuda al sughero, dal leccio al corbezzolo, dall'erica al viburno tino, dalla fillirea al lentisco, dall'alloro al rosmarino, dal pungitopo al ciclamino, dalla felce alla pervinca, possono annoverarsi tra i membri abbondanti e affascinanti di una rassegna eccellente tra le più belle piante dell'universo, tra le più gradevolmente profumate e soprattutto tra quelle più varie, differenti e più speciali d'aspetto e di portamento.
Poter averne in giardino e coltivarne tante, può essere un grande e specialissimo privilegio: camminare tra gli anfratti di una macchia un po' pulita dai rovi (quelli sì, che sono odiosi!)
è affascinante. È quasi come attraversare un lembo di paradiso. Piante di bocca facile e buona, si adattano a tutto, a privazioni, a siccità prolungate, a inverni inclementi, danno il loro meglio dopo una pioggia vitale, gene-
rosa e rigeneratrice: ne fa esaltare i profumi tra i riflessi smaglianti e luccicanti del sole. La neve invece ne è la grande nemica e, se pesante, può fare stragi non solo di rami...La quercia da sughero (Quercus suber) ci insegna e ci mostra tutta la sua dignitosa bellezza, a cominciare dal tronco rugoso e glorioso per finire alle bellissime ghiande. Passando attraverso la forma globosa e armonica dell'albero e le sue frastagliate e lucide foglie....Il corbezzolo (arbustus unedo) è forse la pianta più affascinante e speciale:i piccoli fiori bianchi e traslucidi e a grappolo,durante il tardo autunno e il primo inverno sono spesso accompagnati da altrettanti,gloriosi e coloratissimi frutti.Il rosso,il bianco e il verde lucido delle foglie,per intensità e semplicità hanno scosso,da quasi più di due secoli,i più ferventi, italici e patriottici apprezzamenti: se ne avvisavano i colori nella bandiera d'Italia...Il viburno tino (Viburnum tinus), con la fioritura invernale e abbondante, è pianta gradevole e forte, ama l'ombra, vive bene al sole. Pianta amatissima dalla Regina Vittoria, cadde in disuso. Da alcuni anni sta vivendo nuovi momenti di grandissima fama ed espansione giardiniera.

La fillirea (Phillyrea angustifolia), compatta, ruvida e robustissima, è da moltissimi anni una grande, affettuosa, generosa compagna di lavoro. Rustica, vivace e bella, esente praticamente da malattie, cresce dappertutto. Il suo fogliame sempreverde, chiaro e allegro, compete con il resto della macchia (e nei giardini) con grande eleganza e vigore...Il pungitopo (ruscus aculeatus) penso debba avere un posto tutto speciale:pianta di grandissima bellezza e di rara "antipatia" vegetale, può irritare, pungere e ferire con scorbutica e innata precisione. D'inverno inalbera affascinanti e traslucide bacche color del mandarino: è un vero, sincero e ispido socio di questa cooperativa mediterranea. Ama, pure lui, l'ombra e cresce, cocciutissimo, pure in poca terra.
Belli e curiosi nel loro aspetto elaborato sono i ciclamini (Cyclamen neapolitanum), che d'autunno, ai bordi della macchia, amano crescere, fiorire e moltiplicarsi, spesso in grande quantità, quasi fossero i membri di una congrega in un delirio di vivace e festosa consociazione... Pallidi o vivaci, sempre differenti e sempre terribilmente simili, spesso a ciuffi compatti, possono formare insieme alle pervinche, ai bucaneve e agli ellebori di macchia, tappeti variopinti e intensi.Quasi fossero elementi di un arredo antico e prezioso,tra il gotico e l'orientale.......

Paolo Pejrone

1 commenti:

Romina ha detto...

Bellissimo e interessante.
Io poi adoro i lecci. :)

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